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giovedì, ottobre 20, 2005

 

LA MIA PROFESSORESSA DI PRIMA SUPERIORE (genere porno-didattico) di EDMONDO DE MINCHIS

Eros Dionisi è lieto di presentarvi un brano tratto dal work in regress di Edmondo de Minchis "Il libro Pene" che, se risulterà gradito, sarà pubblicato per intero a puntate in questo sito.

La mia professoressa ha mantenuto la promessa, è venuta oggi a casa, nel momento che stavo per uscire , per andare a comprare un po' di maria.
Era un anno che non l'avevo più vista a casa mia. Le ho fatto la festa. E' sempre quella, piccola, ben fatta, col suo velo verde attorno al cappello, vestita alla buona e pettinata male, le calze a rete smagliate, ché non ha tempo di rassettarsi; insomma : una perfetta troja da bettola di quart'ordine, che arrotonda il magro stipendio dando lezioni private di fellatio agli studenti con famiglia danarosa alle spalle. Mia madre quando l'ha vista le ha detto: - E la tariffa è sempre la stessa, cara professoressa? Lei non chiede troppo poco per le sue lezioni private? -
-Eh, non importa, - ha risposto, col suo sorriso allegro, insieme e lascivo. - Lei si affanna troppo coi ragazzi - ha soggiunto mia madre. - E' vero, si dà molto da fare; mi ricordo di quando ero nella sua classe, e durante gli scioperi mi succhiava volentieri dietro la lavagna, pur di non sciupare del tempo prezioso. N'ero ben sicuro che sarebbe venuta, perché non si scorda mai degli uccelli dei suoi alunni, che ha visto crescere in tutti i sensi; i giorni degli esami di maturità, aspetta i suoi ex-alunni all'uscita e si informa se hanno trovato una fidanzata, se questa è più abile di lei nel fare i pompini; e molti che sono già all'università vengono ancora a trovarla; ella li accoglie con calore, e si chiude con loro nella sala di ricevimento, spesso litigando con le altre professoresse. Quest'oggi tornava tutta affannata dal cinema dove aveva accompagnato i suoi studenti a vedere un film pornografico (tanto la pornografia è stata sdoganata, dice, ed è anch'essa cultura) e ne ha approfittato per masturbarne un paio e sbocchinarne un terzo alla suo primo esame orale. E' sempre eccitata, forse è una ninfomane, e si accalora quando parla degli alunni più dotati. Ha voluto rivedere il letto della mia stanza dove me l'ha preso in bocca per la prima volta; lo ha guardato un pezzo e non poteva parlare. Poi mi ci ha sbottonato i jeans, mi ha levato gli slip e mi ci ha fatto sedere..L'uccello era floscio. Lo ha preso in mano, lo ha accarezzato a lungo dicendo: - Come mi sono divertita con il tuo bigolo; e come è cresciuto, da quando avevi quindici anni! Ma adesso ripassiamo un po’ di anatomia! - quindi ha preso in mano i testicoli e me li ha pesati, verificandone al contempo la consistenza; infine ha incominciato a scoprirmi il prepuzio e a masturbarmi dolcemente. - Cosa c’è sotto il prepuzio?-, mi ha chiesto. Ho risposto – Il glande! - - Bravo, vedo che non hai dimenticato le mie lezioni di anatomia! E questo che volgarmente chiamano filetto, scientificamente come è denominato? - - Il fre…frenulo, risposi con un sospiro –
- Ma…Enrico, cosa fai? Perché lo stai indurendo? Questa è una lezione! Ricordi quando temevi che ti si sarebbe rotto il filetto al primo rapporto sessuale? – Sì…siì, ricordo…-
- E cosa feci io per farti passare la paura? –
- Me lo prese in bocca e mi fece il mio primo pompino! - - Ho nostalgia del sapore della tua sborra - , mi ha risposto. Così ha cominciato a succhiarmi l'uccello che non era ancora in completa erezione, ma che si è indurito immediatamente nella sua bocca vorace.
La sua lingua turbinosa mi procurava sensazioni ineffabili, toccando ogni angolo del glande e dell'asta; quando non pompava mi leccava con foja tutta la zona genitale e mi mordicchiava dolcemente le palle. Ho notato che sulle calze a rete smagliate aveva delle macchie biancastre: dovevano essere le tracce degli alunni che si era fatta nel cinema. Le sono venuto in bocca in pochi minuti, e non si è persa una goccia di sperma! Ha detto che ho passato l’esame orale con il massimo dei voti. Ma purtroppo è dovuta scappare presto per andare a visitare un ragazzo della sua classe che è ancora vergine. Ebbene, Enrico, - m'ha detto andandosene, - vuoi ancora bene alla tua professoressa, ora che la fidanzatina te lo ciuccia? Chi è più brava?- Ero imbarazzato e non sapevo cosa rispondere. Mi ha baciato, m'ha ancora detto in fondo alla scala: - Non mi scordare, sai, Enrico, e quando vuoi un pompino basta che mi fai uno squillo o mi mandi un sms sul cellulare! - O mia puttana di una professoressa, mai, mai non ti scorderò. Anche quando sarò grande mi ricorderò sempre della tua bocca e verrò quando mi verrai a trovare (che grazioso calembour!) a trovare; e ogni volta che una fanciulla ciuccerà la mia verga, mi parrà di sentire le tue labbra, e ripenserò a tutti i pompini che mi hai fatto, diligente, premurosa, disperata quando un alunno (raramente) non accettava le tue generose proposte. Mai, mai mi scorderò della tua bocca, dolce professoressa mia.

Edmondo de Minchis

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