venerdì, ottobre 07, 2005
a cura di Jeal De Nisse
Allora, Eros, come mai questo ritorno? Ricordo, credo con molti altri, il successo che riscuotesti anni fa su scrivi.com. Polemiche, attacchi gratuiti, discussioni filosofiche e letterarie sulla sessualità spesso fraintese, tenzoni in versi…
Beh, spesso delle mie argomentazioni furono contestate, credo sia per le provocazioni che scuotevano parecchi “sepolcri imbiancati”che prima si masturbavano gratis sui miei racconti e dopo predicavano dal pulpito della loro ipocrisia la loro moralità pelosa, sia perché suscitarono parecchi fraintendimenti…
Però ti leggevano in tanti…
Sì, mi leggevano in parecchi, almeno a seguire la registrazione del counter…sai, pubblicare nella realtà virtuale non ti dà questa certezza…magari erano sempre gli stessi che sentivano l’urgenza di leggere più volte ciò che scrivevo…io non ho mai aspirato al successo popolare; pubblicavo questi racconti sperando di essere seguito da poche persone, ma competenti…
Invece…
Invece spesso subivo attacchi pretestuosi da parte di coloro che non avevano letto nemmeno un rigo della mia narrativa, solo perché partendo da questa avevo espresso una serie di opinioni anticonformiste…per onestà devo dire che anch’io ho il mio caratterino e certo non mi lasciavo saltare, come si dice, la mosca al naso. Ma si trattava per lo più di scarafaggi invidiosi…invidiosi di che, poi? Del numero di visite che ricevevo?Oltretutto c’era questo meccanismo infernale dei voti, per cui se scalavi la classifica misteriosamente occupata sempre dalle stesse persone suscitavi gelosie, rancori…a un certo punto me ne sono andato disgustato; oltretutto dal punto di vista letterario pochissimi erano all’altezza di esercitare un minimo di critica, sui contenuti erano tutti bacchettoni e poi avevano uno scarso senso dell’ironia e dell’autoironia. Gli “scrittori” rinomati erano redattori di stupidi diari della loro insulsa quotidianità cui cercavano di dare un’aura lirica definendoli “poesie”, ma i risultati erano scarsi, spesso facevano vomitare. Non che io mi ritenga un grande artista, ma pretendevo giustamente che si giudicasse la mia opera in base alla qualità e non ai pregiudizi.
Il racconto erotico provoca ancora oggi reazioni moralistiche, anche se pubblicato su internet e in un’apposita sezione ad esso dedicata in modo da tutelare i minori?
Il racconto erotico, se è valido, provoca sempre una reazione, che può essere fisica come un’erezione o morale come uno scandalo. Oportet ut scandala eveniant.
Poi sei scomparso, per qualche anno…
Sì, come ti ho detto prima ero disgustato da questa situazione e poi sentivo la necessità di disintossicarmi dalla realtà virtuale, rientrare in contatto con la vita reale che è la fonte di ispirazione privilegiata di ogni buon racconto erotico.
A questo proposito ricordo che per definire lo stile dei tuoi racconti giocavi molto sulla copia lessicale eretico/erotico.
Certo, non mi sono mai ritenuto un pornografo assoluto ovvero colui che scrive esclusivamente per ricavare un plusvalore dalla sessualità. La sessualità era un pretesto per un discorso filosofico che definirei, come tu ami dire, “sottotraccia”…
Era per questo motivo che mi piaceva leggerti, per questa capacità che avevi attraverso la narrativa di cortocircuitare i flussi desideranti, sebbene ritenessi che dal punto di vista dei contenuti fossi un po’ limitato, essendo le tue storie tutte incentrate su coppie eterosessuali.
E’ vero, ma si trattava di una scelta precisa. Avevo anche materiale di diverso genere, ma mi resi conto subito che non sarebbe stato apprezzato. Non volevo molti lettori, ma certo non desideravo che non mi leggesse nessuno. Sicché il rapporto etero era una sorta di specchio per le allodole, permetteva di raggiungere un pubblico comune, perché non desideravo essere uno scrittore per gay o fetish e chiudermi in quelle nicchie, determinava un’identificazione più facile e permetteva poi di introdurre quelle che nel tuo saggio “Contributo a una critica dell’economia politica dei desideri” definisci“schize” in cui i flussi desideranti potessero essere indirizzati creando un rizoma deviante.
Un racconto che mi colpì molto per questo fu “Scherzo da voyeur”, in cui un rapporto etero a tre evolveva in una sorpresa finale che capovolgeva il meccanismo di identificazione classico…
Suscitò reazioni contrastanti, a molti piacque, altri, che probabilmente avevano problemi di identità di genere ne furono colpiti in maniera negativa.
Per quale motivo hai deciso di ritornare a pubblicare?
Confesso che la molla iniziale fu una banale vanità. Facendo delle ricerche su internet mi accorsi che dopo anni era ancora possibile rintracciare il mio nome, soprattutto in commenti di terzi; i miei racconti ovviamente no, perché li avevo cancellati tutti, ma credo che i loro titoli compaiano ancora in scrivi.com; è un sito che tengo ancora d’occhio, perché se scoprissi che pubblicano i miei racconti senza il mio consenso saprei quali misure prendere, dal punto di vista legale…vi faccio una visita ogni tanto solo per controllare ciò. Del resto non potrei permanervi qualche secondo in più perché suscita delle reazioni fisiologiche, come dire, purgative nel mio apparato digerente.
Dopo quest’ultima boutade polemica, chiudiamo l’intervista con Eros Dionisi augurandogli di potersi esprimere senza censure preventive e ritrovare il pubblico che lo ha amato.
Jeal De Nisse