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venerdì, ottobre 07, 2005

 

SHERZO DA VOYEUR (narrativa erotica/genere etero "con sorpresa") di EROS DIONISI

Sono un’uomo di quarantacinque anni, che fortunatamente ha ancora tutti i capelli in testa (sono neri) e non ha bisogno di tingerli, come molti suoi coetanei; inoltre un esercizio fisico costante ha preservato il mio fisico dai disastri di una cattiva maturità (leggi: pancetta, maniglie dell’amore etc.). Mia moglie, con la quale sono sposato da
diciassette anni, è più giovane di me ed è una splendida quarantenne, bionda naturale,
che ultimamente si è fatta solo un ritocco alle tette per averle sode come quelle di una
ventenne: uno sfizio che si è voluta togliere, una leggerezza che il mio pene subito le
ha perdonato quando ne ha saggiato le virtù alla prima “spagnola”, conclusasi con grande soddisfazione di entrambi. Forse “grande” è un termine esagerato: se devo essere sincero, stiamo attraversando un periodo di crisi o almeno lo stavamo attraversando fino all’altro ieri, quando ci è capitata (o meglio abbiamo programmato) questa avventura, che se vi fa piacere vorrei raccontarvi; dunque, dicevo: era un po’ che eravamo stufi della solita solfa erotica del rapporto di coppia.
Ormai avevamo provato tutte le posizioni: dal loto all’altalena, dalla stella laterale al
bon voyage, dal serramanico al fantino, dalla staffa alla cuissade, dalla carriola e
le sue varianti fino al nodo a farfalla e alla fisarmonica; avevamo raggiunto un’ottima
intesa, persino il sentimento che ci legava si era rinforzato e non si era spento nella
quotidianità del rapporto di coppia sancito dal matrimonio, come sovente accade alle
coppie della nostra età (se prima non divorziano). Ma eravamo insoddisfatti; una sera
avemmo il coraggio di parlarne dopo un piccolo, banale litigio e convenimmo che
la noia ormai si stava insinuando sempre più decisamente nel nostro rapporto; così,
fatta la pace, decidemmo di confessarci le nostre fantasie. Parlai io per primo, e finalmente riuscii ad esprimere un desiderio che covavo da tempo: mi sarebbe piaciuto osservarla mentre faceva l’amore con un altro. Giulia si dimostrò subito
entusiasta di questa prospettiva, e la cosa, devo ammetterlo, mi provocò un leggero moto di fastidio; ma la consapevolezza di poter realizzare una mia antica voglia,
prevalse su ogni altra considerazione. Subito ci organizzammo: qualche giorno dopo
già c’era sul web il nostro annuncio su di un sito specializzato che ci aveva consigliato un amico di famiglia: “Coppia disinibita, lei splendida quarantenne, occhi verde smeraldo, labbra carnose, alta 1.79, lui quarantacinquenne giovanile e prestante, moro, esclusivamente contemplativo, cercano altro lui max quarantacinquenne per passare ore liete. Si richiede foto prima del contatto.”
Fatta la cernita delle numerose lettere, scartando quelle senza foto e quelle di coloro
che non corrispondevano ai requisiti, ci incuriosì la lettera di un ventenne, tale Antonio, desideroso anche lui di fare esperienze particolari; nella foto non si distingueva bene il volto, ma il fisico, coperto solo da un paio di boxer, sembrava piuttosto aitante; lasciai prendere ovviamente a Giulia la decisione definitiva.
Inizialmente non sembrava molto convinta: avrebbe preferito un uomo più maturo
(la cosa solleticò un po’ il mio narcisismo). Poi, visto che ormai non avevamo molta scelta, e non avevamo più voglia di aspettare (erano passati già un paio di mesi da quando avevamo preso la decisione), Giulia mi diede il suo o.k.
Dopo un primo incontro formale, non ci pentimmo della nostra scelta: Antonio
era uno studente universitario con due occhi azzurri molto espressivi, incorniciati
da una cascata di riccioli castani; la sua timidezza lo rendeva molto sensuale.
Ci sembrò un bravo ragazzo, pulito, serio e anche lui mostrò di ricambiare la nostra simpatia. L’altro ieri finalmente c’è stato l’agognato incontro.
Lo abbiamo fissato in un albergo discreto in una zona un po’ periferica, ma sicura.
Giulia, forse per la differenza d’età, era molto materna; gli avevamo anche accennato
che ci sarebbe piaciuto fare una cosa un po’ particolare: avrei legato Giulia alla spalliera del letto con un paio di manette, e lei avrebbe legato lui in posizione da monta con un altro paio di manette; all’inizio Antonio non voleva essere legato, anche se la cosa lo eccitava: in fondo non eravamo molto in confidenza.
Ma Giulia dapprima lo coccolò come una madre buona fa con il figlio capriccioso.
Poi diede lei stesso l’esempio chiedendo a me di essere subito legata.
Dopo fatto questo lui si spogliò completamente, e io mi misi in un angolo a guardare.
“Ti voglio dentro di me, lo invitò Giulia con la sua voce sensuale”. Lui le si mise
sopramolto eccitato e cominciò a penetrarla con colpi ritmati e vigorosi, quali quelli di ungiovane puledro; io seduto su di una sedia, poco distante, mi toccavo senza essere considerato nè da lui nè da lei; ora che ci rifletto, forse è stata una sorta di
bizzarra gelosia che mi ha spinto a compiere quel gesto...la voluttà disegnava sul volto suo espressioni di godimento che raramente mi era sembrato di leggere nel corso dei nostri rapporti; pensavo fra di me “che cagna!”, eppure l’eccitazione aumentava.Grazie ad’una esperienza consumata (della quale, modestamente, anche io sono l’artefice), Giulia riusciva con maestria a dominare la penetrazione, semplicemente con i muscoli delle cosce e delle gambe e i movimenti del bacino. Quando si accorgeva che l’eccitazione di Antonio stava per raggiungere il parossismo, cambiavaritmo cercando di ritardare il più possibile l’orgasmo del giovane partner, riuscendo a bloccare i movimenti giusto poco prima che cominciassero le contrazioni prostatiche e uretrali che avrebbero reso inevitabile l’esplosione del piacere.
Riuscivo nella penombra a distinguere bene i lombi sodi di Antonio, il suo culo
muscoloso e sudato; ricordo che aveva persino tatuato sulla natica sinistra un piccolo
delfino azzurro...non so cosa mi abbia preso...la mia decisione è stata un tutt’uno con
l’azione. Proprio nel momento in cui stava sborrando con un ruggito soffocato di tigre tra le cosce di mia moglie, ho bagnato il mio pene con la saliva e gliel’ho
messo dietro. Ha gridato, di nuovo, ma questa volta non sembrava un urlo di piacere.
Il fatto che fosse legato, e nel momento del massimo piacere, oltre alla mia più robusta costituzione fisica, ha facilitato molto il mio compito, e non ho dovuto dare molti colpi per venirgli dentro, ero anch’io eccitatissimo; ho passato le mie braccia sotto le sue ascelle per avere una posizione ancora più dominante, mentre sul volto di Giulia, che non diceva una parola, immaginavo i tratti di una grande meraviglia; la pressione dal basso verso l’alto delle mie braccia mi permetteva di controllare meglio
il movimento e di non scaricare completamente su di lei i pesi dei due corpi. Un filino
di vivo sangue rosso si è mischiato con il mio sperma, per quanto abbia cercato di fargli meno male possibile, in questo mio raptus irrefrenabile.
Poi sono uscito di corsa lasciando le chiavi delle manette sul letto.
Più tardi, a casa, Giulia mi ha detto che Antonio non è più disponibile per questo
tipo di incontri; e che era molto delusa, non si sarebbe mai aspettata da me una cosa del genere. Io le ho risposto che il raptus ha colto di sorpresa anche me, così abbiamo
fissato subito un appuntamento con un professionista. Uno psicologo, ovviamente.

Comments:
Bonjorno, erosdionisi.blogspot.com!
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